Irfis-FinSicilia S.p.a è una società partecipata al 100% dalla Regione Siciliana la quale esercita la relativa attività di direzione e coordinamento.
La Società ha per oggetto l’esercizio nei confronti del pubblico dell’attività di concessione di finanziamenti ed è un intermediario finanziario iscritto nell’Albo di cui all’art. 106 del d.lgs. n. 385 del 1° settembre 1993.
Inoltre, a seguito di modifica statutaria del 7 agosto 2020 e del provvedimento ANAC n. 759 del 30.09.2020, Irfis ha assunto altresì la natura di società in house per l’espletamento di servizi in favore della Regione Siciliana in relazione ai quali è soggetta al controllo analogo da parte dell’ Amministrazione Regionale.
Le origini dell’Istituto (Anni’50)
L’originario Istituto Regionale per il Finanziamento alle Industrie in Sicilia – I.R.F.I.S. – Ente di diritto pubblico venne fondato come “istituto di credito speciale”, operante nel credito a medio e lungo termine in favore delle imprese siciliane, avente come missione principale lo sviluppo industriale della Sicilia.
L’IRFIS fu infatti, istituito nella vigenza della legge bancaria “formalmente adottata nel periodo 1936/1940”, nella quale principio fondamentale era “la separazione tra il credito ordinario, il cui esercizio era riservato alle aziende di credito, ed il credito destinato a finalità specifiche, o almeno tendenzialmente orientato verso tipizzate forme di impiego, affidato invece agli istituti di credito”.
Come per gli altri Mediocrediti regionali, la costituzione dell’Ente fu attuata, in esecuzione della legge 22 giugno 1950, n. 445, emanata nell’ambito di un processo politico, legislativo e amministrativo alla fine del quale il credito “mobiliare” per la media e piccola industria era organizzato in tre sistemi sostanzialmente indipendenti: un primo gruppo di istituti, strettamente regionali; un secondo gruppo meridionale che comprendeva due istituti regionali, IRFIS (Istituto regionale per il finanziamento alle medie e piccole imprese della Sicilia) e CIS (Credito Industriale Sardo), e un istituto interregionale: l’ISVEIMER (Istituto per lo sviluppo economico dell’Italia meridionale). Questo secondo gruppo di istituti rappresentava un sottosistema di fatto del tutto autonomo dal Mediocredito, in quanto godevano tutti di fondi di dotazione pubblici, di assegni speciali e di fondi messi a disposizione dalla Cassa per il Mezzogiorno. Il terzo gruppo di istituti era quello senza limitazione territoriale.
Gli istituti di credito speciale meridionali, nello specifico CIS, IRFIS e ISVEIMER, erano specializzati nell’erogazione dei crediti speciali alle PMI rispettivamente in Sardegna, in Sicilia e nel Napoletano. Istituiti in forma di ente pubblico, la partecipazione pubblica maggioritaria era detenuta dalla Cassa per il Mezzogiorno.
A definire il ruolo di questi tre istituti ha provveduto la legge n. 298 dell’11 aprile 1953 (Sviluppo dell’attività creditizia nel campo industriale nell’Italia meridionale ed insulare) emanata a supporto delle prime politiche di industrializzazione, riconducibili all’intervento straordinario per il Mezzogiorno.
Ai fondi di dotazione dei tre istituti parteciparono la Cassa per il Mezzogiorno nella misura del 40% per cento, gli Istituti di credito aventi sede nei rispettivi territori e, per l’I.R.F.I.S. e il C.I.S. anche le Regioni.
Le finalità di tali Istituti erano quelle di promuovere, attraverso la concessione di finanziamenti a medio termine alle piccole e medie imprese, lo sviluppo industriale nella zona di propria competenza territoriale, valorizzando risorse e possibilità di lavoro locali.
Gli Istituti avevano, pertanto, la duplice natura di enti creditizi e di enti di sviluppo.
L’IRFIS (Istituto Regionale per il finanziamento alle industrie in Sicilia) nacque in tale contesto. Costituito il 3 novembre 1952, per iniziativa del Banco di Sicilia e della Cassa di Risparmio per le Province siciliane, come “ente di diritto pubblico con personalità giuridica propria e durata illimitata”, tramite decreto interassessoriale del 31 ottobre I952 n. 714 in base alla legge 22 giugno 1950, n. 445 e regolato dalla legge 11 aprile 1953 n. 298, avente per scopo il finanziamento a medio termine delle piccole e medie industrie al fine di mettere in valore risorse economiche e possibilità di lavoro in Sicilia. Lo statuto dell’Istituto fu approvato dal Ministro del Tesoro in data l0 febbraio 1954.
La motivazione principale sottostante la nascita dell’IRFIS era rappresentata dal problema dell’industrializzazione in Sicilia; di conseguenza, il perseguimento di tale obiettivo rappresentava lo scopo finale della sua attività. Lo strumento fondamentale in tal senso era rappresentato dal credito a medio termine.
La partecipazione delle Banche Popolari della Sicilia, prevista nello statuto allegato all’atto costitutivo, seguì, in sede di assemblea dei partecipanti, il 18 novembre 1952.
Alla prima dotazione finanziaria dell’Istituto concorsero dunque, il Banco di Sicilia, la Sicilcassa e un gruppo di Banche Popolari siciliane, cui si aggiunse presto la Regione Siciliana in attuazione del disposto di cui alla Legge Regionale 7 agosto 1953, n.48, che sancì la partecipazione della Regione Siciliana al fondo di dotazione, in ragione del 20%, e al fondo speciale operativo, ai sensi della legge 11 aprile 1953, nella misura di due miliardi di lire, nonché con la prevista concessione della garanzia regionale a serie speciali di obbligazioni, da emettere per alimentare operazioni di eccezionale pubblico interesse, ai fini dello sviluppo industriale della Sicilia.
A potenziare il ruolo di intermediario creditizio specializzato nel sostegno allo sviluppo e nella gestione delle agevolazioni finanziarie alle imprese, concorse la legge Regionale n. 51 del 5 agosto 1957 (Finanziamenti agevolati con fondi regionali per la trasformazione e l’ampliamento di stabilimenti industriali) la quale, nel prevedere strumenti straordinari per lo sviluppo industriale, attribuì all’Istituto un’ampia gamma di strumenti creditizi attraverso il sistema dei Fondi a Gestione Separata per il credito all’industria, al commercio, al turismo e ai trasporti, affidati all’Irfis in base ad un mandato disciplinato da apposite Convenzioni.
Il rafforzamento dell’Istituto (Anni ‘50 -‘70)
Il profilo giuridico e operativo dell’IRFIS fu però definito dalla Legge n. 298 del 1954 che disciplinò compiutamente l’attività dei tre Istituti di credito speciale meridionali (IRFIS, ISVEIMER e CIS) partecipati maggioritariamente dalla “Cassa per il Mezzogiorno” e la cui attività si svolse, inizialmente, esclusivamente a supporto delle prime politiche di industrializzazione riconducibili all’Intervento straordinario per il Mezzogiorno.
Il nuovo statuto, approvato con decreto del Ministro per il Tesoro, in data 10 febbraio 1954, sancì la rinnovata e potenziata struttura dell’IRFIS e le sue ampliate funzioni, consentendo l’inizio, su vasta scala, di un’autonomia operativa.
Questa si rese inoltre suscettibile di espansione, al di là delle disponibilità dell’Istituto, mediante la Convenzione stipulata in data 10 novembre 1953 con l’Istituto centrale per il credito a medio termine a favore delle medie e piccole industrie (MEDIOCREDITO), per lo smobilizzo dei finanziamenti industriali e, successivamente, dei finanziamenti derivanti da esportazioni relative a forniture industriali.
Nel corso degli anni ’60, grazie a specifici interventi legislativi, l’Irfis – originariamente abilitato al solo credito a medio termine a favore delle piccole e medie industrie – poté estendere la sua attività di incentivazione finanziaria ad altri settori, ed in primo luogo al settore commerciale, seguito dal settore turistico e dei servizi. Nello specifico, ricordiamo, ad esempio, le agevolazioni previste per le iniziative turistico – alberghiere (legge Regionale n. 32/72 e Legge Regionale n. 78/76), le disposizioni sul leasing mobiliare e immobiliare agevolato per le PMI commerciali (Legge Regionale 23/86), i finanziamenti agevolati per le PMI commerciali (Legge Regionale 26/78), le agevolazioni per la realizzazione di iniziative produttive, industria e servizi (Legge Regionale n. 15/93).
Successivamente, nel D.P.R. 6 marzo 1978, n. 218 (Testo unico delle leggi sugli interventi nel Mezzogiorno), ed in particolare nell’art. 42 di questo, fu riconosciuta la funzione e rilevanza dell’IRFIS, quale istituto di medio credito, per iniziative industriali e a favore di imprese commerciali, quale strumento per l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato e quale operatore in leasing.
L’Irfis dunque ha svolto un importante ruolo in merito al processo di industrializzazione della Sicilia: “da un lato con la politica di provvista che, grazie alle provvidenze nazionali, l’Irfis ha perseguito immettendo in Sicilia – a diverso titolo (obbligazioni, fondi del Tesoro, prestiti esteri) – ben 250 miliardi di lire; dall’altro con l’espansione di quei settori industriali il cui successo ha contribuito a contenere la dimensione del disavanzo della bilancia commerciale siciliana.
La validità degli indirizzi operativi dell’Irfis si è tradotta, con gli accordi ENI – EDISON – EMS voluti dalla Regione, in scelta di fondo della politica economica regionale.
Se il settore alimentare ha assorbito il maggior numero di finanziamenti Irfis, quello chimico e petrolchimico ne ha ricevuto il maggiore ammontare. Tale posizione di preminenza ha costituito una caratteristica costante della distribuzione settoriale dei finanziamenti Irfis sin dagli inizi dell’attività dell’istituto.
Gli interventi dell’Irfis hanno abbracciato tutta la scala dimensionale: dagli impianti unitariamente minori per le piccole e piccolissime industrie, a quelli che si rapportano alla massiccia entità degli investimenti necessari nei settori di base, alle industrie di medie dimensioni.
La trasformazione dell’Istituto in Società per azioni (anni ‘80 –‘90)
Il processo di diversificazione operativa si intensificò negli anni ‘80, a seguito dell’emanazione della Legge n. 23 del 1981 (modificativa della Legge 298 del 1954) che, abilitando i tre istituti “meridionali” ad esercitare il credito a medio termine a favore delle imprese appartenenti a tutti i settori dell’industria, ampliò la possibilità di intervento dell’Istituto consentendo la realizzazione di interventi creditizi a tasso ordinario e senza vincolo di destinazione. Ciò consentì di avviare gradualmente un processo di riconversione verso il modello operativo centrato sul riconoscimento del carattere d’impresa dell’attività bancaria.
Dal punto di vista gestionale ed operativo, significativi appaiono i risultati raggiunti nell’esercizio 1989, anno nel quale aumentarono in maniera rilevante i finanziamenti deliberati: 1055 operazioni approvate per un valore di quasi 500 miliardi, risultato operativo mai raggiunto prima. Nello specifico, i valori dell’attività dell’esercizio nelle quattro aree procedurali che definiscono il lavoro operativo furono i seguenti:
Si evidenzia una significativa espansione delle domande per le agevolazioni finanziarie previste dalla legge n. 64 dell’1 marzo 1986, relativa all’intervento straordinario nel Mezzogiorno.
A tal proposito, di seguito ricordiamo i principali strumenti di finanziamento utilizzati dall’Istituto, nel periodo considerato, a sostegno delle attività industriali siciliane.
- Finanziamenti agevolati alle imprese industriali:
- Finanziamenti agevolati e contributi in conto capitale per l’impianto, l’ampliamento, l’ammodernamento, la riattivazione di stabilimenti industriali (Testo unico delle leggi sugli interventi nel Mezzogiorno – D.P.R. 6/3/1978 n. 218);
- Finanziamenti agevolati per la compravendita di macchinari (Sconto di cambiali ai sensi della legge n. 1329/65);
- Finanziamenti con fondi regionali per l’impianto, la trasformazione e l’ampliamento di stabilimenti industriali (Legge Regionale del 5/8/1957 n. 51 e succ.);
- Finanziamenti per l’acquisto di automezzi per trasporti specifici (Legge del 25/7/1952 n. 949);
- Anticipazione del contributi in conto capitale della Cassa per il Mezzogiorno (Legge Regionale del 6/5/1981 n. 96);
- Finanziamenti con fondi regionali per la costituzione di scorte di materie prime e prodotti finiti (legge Regionale 5/8/1957 n. 51 e succ.);
- Finanziamenti con fondi regionali per l’esecuzione di commesse (Legge Regionale 20/4/1976 n. 38)
- Finanziamenti ordinari (legge 10/2/1981 n. 23):
- a tasso fisso;
- a tasso indicizzato;
- in ECU.
- Finanziamenti agevolati alle imprese commerciali:
- In base alla legislazione nazionale (legge 10/10/1975 n. 517);
- In base alla legislazione regionale (LL. RR. 4/8/1978 n. 26 e 6/5/1981 n. 96).
Anche l’esercizio 1990 fece registrare dei valori operativi mai conseguiti in precedenza. In particolare, crebbe la consistenza delle richieste di sostegno a programmi di investimento ed espansione da parte di piccole e medie imprese dell’industria, del commercio e dei servizi. Le domande di finanziamento, infatti, registrarono un aumento de 36,2% rispetto all’anno precedente, mentre le operazioni approvate aumentarono del 31,5% rispetto al 1989.
Di seguito si riportano le cifre che descrivono l’andamento dell’attività operativa, distinte nelle quattro fasi che caratterizzarono l’iter delle operazioni di finanziamento:
- Domande di finanziamenti pervenute: 1282 per 973,3 miliardi;
- Finanziamenti deliberati: 914 per 637,5 miliardi;
- Finanziamenti stipulati: 936 per 409,6 miliardi;
- Erogazioni effettuate: 1332 per 402,7 miliardi.
Il trend positivo di crescita si mantenne anche nell’anno successivo determinando ulteriori miglioramenti dei risultati conseguiti.
Essendo all’epoca più della metà degli enti creditizi di diritto pubblico, si ritenne necessario trasformare l’intero sistema bancario italiano, anche per consentire l’apertura del mercato alla concorrenza europea.
Furono quindi emanate la legge 30 luglio 1990, n. 218 (Disposizioni in materia di ristrutturazione e integrazione patrimoniale degli istituti di credito di diritto pubblico) e la legge 20 novembre 1990, n. 356 (Disposizioni per la ristrutturazione e per la disciplina del gruppo creditizio) che “posero anche l’IRFIS di fronte al problema del suo futuro, connotando di urgenza ed indifferibilità l’approfondimento di una serie di temi”. L’Istituto quindi analizzò la situazione giuridica, ed anche quella patrimoniale, quale “uno dei punti fondamentali di partenza per qualsiasi discorso sulla ristrutturazione dell’Istituto: da ente pubblico economico a S.p.A”.
Conseguentemente, il giorno 20 luglio 1992 con verbale di assemblea straordinario ed atto di trasformazione l’IRFIS approvò il progetto di ristrutturazione ed assunse natura e caratteri di società per azione bancaria.
Con Decreto n. 436239, in data 13 agosto 1992, il Ministero del Tesoro approvò, ai sensi dell’art.1 comma 3, della legge 30/07/1990 n. 218, e dell’art. 3, commi 1, 3 e 5 del D. lgs 20/11/1990 n. 356, il Progetto di trasformazione dell’Istituto regionale per il finanziamento alle industrie in Sicilia, Ente di diritto pubblico, in Società per azioni, denominata IRFIS – MEDIOCREDITO DELLA SICILIA S.p.a., o in breve, IRFIS S.p.a. La suddetta trasformazione fu perfezionata il 19 agosto 1992 con l’iscrizione nei registri di cancelleria del Tribunale di Palermo al n. 39763, vol. 322, foglio 109.
La trasformazione in società per azioni non comportò una riduzione del tradizionale impegno nell’area delle incentivazioni e del sostegno agli investimenti della piccola e media impresa, area in cui l’IRFIS ha operato, sia per gli interventi agevolativi previsti dalla legge 64 del 1986, sia dando attuazione alla specifica legislazione agevolativa regionale, sia operando per la gestione del nuovo sistema di agevolazioni per le aree depresse (Legge 488/1992).
L’Ufficio legislativo della Regione Siciliana affermò, nel 1998, che “a seguito della trasformazione da ente di diritto pubblico in società per azioni (L. 30 luglio 1990, n. 218 e d.lgs. 20 novembre 1990, n. 356) esso non è più sottoposto al controllo della Regione, ma solo ai normali controlli previsti dal codice civile per tale tipo di società”.
Nel dicembre 1992, la legge 448/1992, abrogò parzialmente la legge 64 del 1986, decretando la soppressione dell’Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno e del Dipartimento per il Mezzogiorno, e attribuì al Governo la delega ad emanare tutti i necessari provvedimenti di attuazione, sulla base di ben definiti criteri direttivi, tra i quali quello concernente il conferimento al Ministero del Tesoro delle partecipazioni finanziarie dell’Agenzia nei tre Ics meridionali e negli altri enti collegati all’Intervento, al fine di provvedere “al loro riordino, ristrutturazione, privatizzazione o liquidazione”.
Bisogna, infatti, ricordare che l’IRFIS è stato tra i pochi enti creditizi convenzionati con la cessata Agenzia per il Mezzogiorno ad operare attivamente al fine di dare attuazione alle agevolazioni per l’acquisizione dei servizi reali previste all’art. 12 della legge 64/1986. Tale esperienza si concretizzò tra il 1989 e il 1992 nell’approvazione di 173 domande di contributo, trasmesse all’Agensud e da queste in massima parte accolte.
È opportuno rimarcare, a tal proposito, che l’ulteriore spinta impressa dalla trasformazione in S.p.a. al processo di de specializzazione – settoriale, funzionale e territoriale – già avviatosi a seguito dell’emanazione della legge n. 23 del 1991, non costituì un ridimensionamento dell’originaria “mission” per la quale l’Irfis fu costituito, bensì il necessario riconoscimento di una nuova ottica e di nuove modalità con cui realizzare l’obiettivo di sempre: coniugare la logica imprenditoriale che governa la gestione quotidiana dell’ente, ora società, con la volontà di perseguire finalità di interesse generale riconducibili in primo luogo alla promozione dello sviluppo nell’area di maggior radicamento; sviluppo che a sua volta è condizione essenziale per la stessa ulteriore crescita di una moderna attività di intermediazione creditizia e finanziaria.
In buona sostanza è possibile affermare che, in coerenza alle grandi trasformazioni in corso nel sistema bancario italiano, l’Irfis avviò un processo di radicale mutamento dei suoi assetti operativi e finanziari, volto a valorizzare l’originaria vocazione di intermediario specializzato nel sostegno allo sviluppo, vocazione che costituisce tuttora il nucleo fondamentale della mission che intende perseguire accettando la sfida della concorrenza e del mercato, ma non dimenticando come l’operare in un’area insufficientemente sviluppata imponga un’ottica particolare, una grande esperienza ed un’elevata specializzazione.
Tale specializzazione, acquisita in oltre 40 anni di esperienza, costituì, insieme alla conoscenza del contesto territoriale, uno dei punti di forza della Società: essa trovò riscontro nella particolare expertise consolidata nella valutazione di oltre 4.000 progetti di investimento, dei correlati piani di copertura finanziaria, dei conti economici previsionali relativi alle imprese finanziate, nonché nella considerazione di tutte le altre variabili economiche, socio-culturali e normative suscettibili di condizionare il successo di un’iniziativa produttiva.
l’inserimento dell’Istituto all’interno del Gruppo Bancario “Banco di Sicilia” (anni’90)
Il superamento nei fatti della specializzazione territoriale e settoriale formalmente realizzatosi con la trasformazione in S.p.A. e il progressivo ampliamento degli affidamenti a favore di imprese operanti fuori dal territorio regionale e in comparti diversi dall’industria manifatturiera costituirono certamente gli aspetti di maggior rilievo della strategia di mercato perseguita dall’Irfis negli anni ‘90.
La trasformazione in S.p.A. effettuata nell’agosto 1992 ai sensi della Legge 218/1990 (Legge Amato – Carli) ha costituito dal un lato il punto di arrivo del processo evolutivo, stimolato dagli aggiornamenti normativi degli anni ’80, e dall’altro il punto di partenza per un nuovo e più radicale mutamento nel profilo operativo.
La società derivante dalla trasformazione fu denominata “IRFIS Mediocredito della Sicilia S.p.A.” con durata fino al 31/12/2100 e – a norma dello Statuto approvato dalle autorità creditizie – era abilitata alla raccolta di risparmio a medio e lungo termine, nonché all’esercizio sia delle attività svolte dall’Ente originario (credito a medio termine alle imprese di tutti i settori), sia del credito fondiario, edilizio, e alle opere pubbliche.
Per gli ex istituti di credito speciale, sorti con una forte impronta pubblicistica (come l’Irfis) e storicamente specializzati nell’erogazione delle incentivazioni creditizie, il mutamento ordinamentale e il contemporaneo dissolvimento dell’intero quadro normativo che disciplinava i principali interventi di credito agevolato (Legge 64 per il Mezzogiorno e Legge 517 per il settore commerciale) hanno determinato l’esigenza di un globale ripensamento della propria collocazione sul mercato e di una rapida riconversione dell’attività operativa verso nuove forme di intervento. In tale contesto, l’Irfis si è impegnato in una difficile opera di ridefinizione della propria identità e della propria “mission”, nella consapevolezza che l’incertezza del suo assetto proprietario non avrebbe potuto consentire l’elaborazione di strategie di più ampio respiro, suscettibili di configurare una nuova “immagine” diversa da quella del passato, vincolata e spesso identificata nella gestione delle tradizionali incentivazioni creditizie, ma diversa anche da quella di una “banca ordinaria” sia pure operante nel settore del credito a medio termine.
Nel triennio successivo alla trasformazione in S.p.A., l’Istituto ha realizzato importanti cambiamenti che – in stretta sintonia con le linee di sviluppo tracciate nello stesso “ progetto di trasformazione” approvato dagli azionisti e dalle autorità di vigilanza – hanno interessato:
- Il profilo operativo e il posizionamento sul mercato;
- La struttura finanziaria e patrimoniale;
- L’organizzazione interna;
- Il sistema informativo aziendale.
Per quanto concerne il profilo operativo e il posizionamento sul mercato, l’obiettivo previsto nel “progetto” era quello di diversificare il più possibile gli interventi creditizi e di ricercare forme di impiego alternative declinate credito agevolato. La diversificazione posta in essere ha interessato sia le forme tecniche dei finanziamenti, sia la loro destinazione settoriale e territoriale (cioè il portafoglio clienti), anche al fine di pervenire ad una più equilibrata distribuzione dei rischi.
In merito all’organizzazione interna, la trasformazione in S.p.A. comportò, innanzitutto, l’attuazione delle nuove previsioni statutarie in materia di delega dei poteri dal Consiglio di Amministrazione agli altri Organi della Società (Comitato esecutivo, Presidente, Direttore Generale, Comitato degli affidamenti).
Al contempo fu studiato, con l’ausilio di una primaria società di consulenza aziendale, un vasto piano di ristrutturazione organizzativa, concretizzatosi in un nuovo organigramma e funzionigramma, approvato dal Consiglio di Amministrazione il 28/05/1993, cui ha fatto seguito la stesura del nuovo “Ordinamento generale della Società”.
La struttura della Società risultava articolata in tre Direzioni:
- Direzione Amministrazione;
- Direzione Risorse;
- Direzione operativa.
Ogni direzione era generalmente articolata in settori costituti da raggruppamenti omogenei di uffici.
Nel quadro degli aggiornamenti organizzativi rientra pure la decisione del Consiglio di Amministrazione di procedere alla trasformazione in filiali Operative degli uffici di rappresentanza di Roma, Milano, Catania, Messina e Siracusa, nonché alla graduale apertura di nuove filiali a Ragusa, Trapani e Caltanissetta. Con tale scelta l’Irfis S.p.A. mirava a rafforzare la propria presenza sul territorio regionale, a rendere il più possibile agili i propri processi decisionali, migliorando il rapporto con la clientela e in particolare quella costituita dalle PMI.
In data 15/12/1994, l’Assemblea straordinaria degli azionisti deliberò l’aumento del capitale sociale da 90 a 136 miliardi. La deliberazione fu assunta a seguito della richiesta avanzata dal Ministero del Tesoro di trasformare in capitale sociale, la quota del Fondo speciale ex L.298/1953, costituita con i conferimenti effettuati prima della trasformazione in S.p.A.; detta richiesta fu avanzata in vista del trasferimento al Banco di Sicilia S.p.A. della partecipazione azionaria detenuta dallo stesso Ministero del Tesoro nell’Irfis. Nella stessa seduta, l’Assemblea, deliberò di modificare lo Statuto, cessando le disposizioni che vincolavano il 51% delle azioni al possesso da parte di enti pubblici o società bancarie e finanziarie dagli stessi controllate, alla luce del disposto recato dall’art.1 del D.L. n. 332/94, così come modificato dalla legge di conversione n. 474/1994, che abrogò le preesistenti norme dettate in materia dal D.lgs n. 356/1990 (norme di attuazione della Legge Amato-Carli).
Il 31 luglio 1995 il Ministro del tesoro inviò comunicazione con la quale, facendo “riferimento all’operazione di aumento di capitale del Banco di Sicilia con conferimento delle azioni dell’IRFIS detenute da questo Ministero” informò l’IRFIS stesso che nelle more del perfezionamento dell’operazione, il Ministero intendeva procedere al trasferimento immediato al Banco delle proprie azioni dell’IRFIS, finalizzato ad un futuro aumento di capitale in natura riservato al Tesoro, e dispose quindi l’emissione di un certificato azionario coerente.
Dall’1 agosto 1995, l’IRFIS fu formalmente inserito nel Gruppo bancario “Banco di Sicilia”, per effetto del conferimento da parte del Ministero del Tesoro allo stesso Banco di Sicilia della quota azionaria di maggioranza (52%).
A seguito dell’aumento di capitale sociale e dell’acquisizione da parte del Banco di Sicilia delle attività della Sicilcassa, l’assetto azionario mutò ulteriormente. Il Banco di Sicilia incrementò la quota azionaria di maggioranza, passando dal 52% al 76,3%, a seguire la Regione Siciliana, che deteneva il 21%, e le altre banche popolari con il 2,7%.
“La coerente conclusione alla fine di questo excursus appare quella di considerare il localismo dell’Irfis rafforzato dal passaggio del pacchetto di maggioranza dal Tesoro al Banco di Sicilia.”
Il passaggio dell’Istituto al Gruppo Unicredit
Il 1997 fu per l’Irfis, e più in generale per il sistema bancario siciliano, un anno denso di cambiamenti.
Sempre nell’ottica di arricchire ed aggiornare il proprio ruolo, nelle mutate condizioni del contesto economico, sociale e normativo, l’IRFIS nell’aprile 1997, infatti, sottoscrisse un ampio accordo di collaborazione con il Mediocredito centrale, successivamente divenuto azionista di riferimento nel Polo bancario siciliano costituitosi tra Banco di Sicilia, Sicilcassa e IRFIS. Per l’Irfis, la costituzione del Polo bancario siciliano rappresentò un’opportunità per ridefinire la propria missione di banca regionale di sviluppo e il proprio posizionamento sul mercato in un’ottica di diversificazione, di valorizzazione di sinergie per il superamento di sovrapposizioni operative con la Capogruppo.
E in tale cornice si collocano pure le iniziative assunte dal nuovo Consiglio di amministrazione, volte a rilanciare il ruolo operativo di Irfis in alcune aree di prodotto, a portare a termine l’adozione di un nuovo modello organizzativo, a dotare la società di un piano strategico coerente con il Piano industriale della Capogruppo Banco di Sicilia, ad affrontare il problema della riduzione dei costi di funzionamento e del rinnovo del management.
L’Irfis inoltre presentò una proposta di Sovvenzione Globale finalizzata al sostegno nell’acquisizione di Servizi Reali da parte delle PMI e partecipò alla gara indetta dal Ministero dell’Industria per la selezione delle banche abilitate all’istruttoria dei Patti Territoriali ai sensi della Delibera CIPE del 21 marzo1997.
Un’ulteriore razionalizzazione e valorizzazione del ruolo dell’Irfis nel campo della finanza a sostegno dello sviluppo delle PMI, è stata prevista dal disposto della Legge Regionale n. 6 del 7 marzo 1997, la quale prevedeva “un progetto di riforma del sistema degli interventi a valere su tutti i fondi di rotazione a gestione separata istituiti nel tempo presso l’IRFIS che tenesse anche conto dei nuovi compiti da assegnare allo stesso IRFIS in materia di assistenza allo sviluppo e di attuazione degli interventi comunitari.
Detto progetto era finalizzato all’unificazione dei fondi di rotazione in un unico fondo da destinare oltre che agli interventi preesistenti riconosciuti ancora validi, anche all’attivazione di nuovi strumenti di incentivazione finanziaria compatibili con le norme fissate dall’Unione Europea in materia di aiuti alle Regioni in ritardo di sviluppo e rivolti alle imprese appartenenti ai settori dell’industria, dei trasporti, del commercio, dei servizi, nonché al settore turistico-alberghiero.
La ricerca di nuovi ruoli operativi si rifletteva nelle difficoltà derivanti dalla vulnerabilità dell’attuale posizionamento strategico, difficoltà accentuate dalle problematiche del contesto geografico di riferimento, che determinarono un calo nell’attività di finanziamento. In particolare si rilevò una significativa flessione della domanda di credito, oltre che per le operazioni a tasso ordinario anche nei finanziamenti agevolati. In conseguenza al minor numero di domande, la riduzione dell’importo dei finanziamenti deliberati fu del 26%, mentre quella dell’ammontare del nuovo credito erogato fu del 24%.
Con riguardo alle altre attività operative, invece, si verificò un incremento delle istruttorie relative alle domande di contributi ai sensi della legge n. 488 del 1992; in quest’area in particolare l’Irfis consolidò il suo primato regionale sia in termini di numero di pratiche che in termini di ammontare di investimenti ammessi alle agevolazioni.
Il 17 dicembre 1999 la Banca di Roma acquisì dal Ministero del Tesoro il 100 per cento del capitale del Mediocredito Centrale S.p.A. A seguito di tale acquisizione l’Irfis e le altre società già appartenenti al Gruppo Mediocredito Centrale entrarono a far parte del Gruppo Banca di Roma.
Gli interventi organizzativi posti in essere nel 1999 si focalizzarono in primo luogo sull’attuazione delle Istruzioni della Banca d’Italia in tema di controlli interni. Fu, infatti, organizzata e pianificata l’attività di Ispettorato e Internal Auditig e si posero le premesse per la creazione di un sistema di controllo di gestione. Nel corso dell’esercizio, venne pure definito il nuovo Ordinamento Generale che ha tenuto conto delle modifiche intervenute nella struttura organizzativa, imponendo un complessivo aggiornamento del quadro delle deleghe in materia di poteri di firma e rappresentanza sociale.
Il 1999 si configurò come un anno di ripresa caratterizzato dall’aumento delle domande di finanziamento acquisite; aumento da intendersi sia a livello numerico che di importo.
Le richieste riguardarono in particolare anticipazioni dei contributi previsti dalla legge 488 e di quelli a sostegno dell’occupazione (Legge Regionale n. 27 del 1991), gli affidamenti “Legge Sabatini” e, in misura minore, il comparto del credito fondiario e dei finanziamenti ordinari all’industria e al commercio. Aumentarono anche le domande di intervento agevolato, con fondi regionali, provenienti dalle PMI commerciali.
Per quanto riguarda le richieste di credito relative a programmi destinati alla realizzazione di investimenti fissi, il flusso di domande si mantenne stabile e in linea col biennio precedente. Il dato dimostra che l’avvio dell’operatività della legge 488/92, più attraente dal punto di vista dell’intensità massima dell’aiuto concedibile, condizionò la propensione a richiedere i tradizionali finanziamenti d’impianto agevolati.
Con il decreto n. 190/2000-9/F del 5 settembre 2000 dell’Assessore per il bilancio e le finanze, ai sensi del disposto dell’art.56 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 e in base alle attribuzioni di cui all’art. 2, lettera a) del D.P.R. 27 giugno 1952, n. 1133, fu approvato, in sanatoria, il nuovo testo dell’art. 1 dello statuto sociale dell’IRFIS, adeguandolo all’intervenuta partecipazione di Bancaroma.
Anche nel 2000 si confermò il trend positivo di crescita, nel numero e nell’importo complessivo, dei progetti imprenditoriali ammessi ad istruttoria ai sensi della legge 488 e con riferimento alla normativa che disciplinava la programmazione negoziata. In contenuta flessione, invece, l’attività di finanziamento, su cui si rifletteva il progressivo esaurirsi delle più tradizionali forme di credito agevolato.
L’attività operativa dell’Irfis nel 2001 ha subìto le influenze derivanti dal posizionamento strategico della Società nell’ambito del Gruppo di appartenenza.
Con riguardo all’operatività relativa alla gestione degli strumenti di incentivazione e di servizi alle imprese si registrò uno sviluppo, grazie anche all’impegno profuso a tal fine da tutta la struttura dedicata; mentre, con riguardo all’attività di finanziamento, questa risentì del progressivo esaurirsi delle più tradizionali forme di credito agevolato e del rallentamento della domanda di finanza per beni strumentali. Si registrò, infatti, un calo del totale delle domande pervenuto passando da 655 dell’anno precedente a 511, accompagnato anche da una riduzione in termini di importo. Una riduzione si registrò anche in merito alle erogazioni effettuate, sia in termini numerici che di importi, passate da un totale di 485 nel 2000 per un importo totale di 83.053,4 a 399 nel 2001 per un importo di 66.564,3.
Il 2002 vide, invece, un incremento delle attività di finanziamento in tutti i comparti operativi, favorito da una riorganizzazione commerciale e ad una più incisiva integrazione nel gruppo di appartenenza. Un rilevante sviluppo si è avuto anche con riguardo all’operatività relativa alla gestione degli strumenti di incentivazione e di servizi alle imprese.
Inoltre nello stesso anno l’Irfis, in un raggruppamento temporaneo di impresa con il Banco di Sicilia, risultò aggiudicatario, in qualità di Gestore Unico, dei servizi per la concessione di agevolazioni rientranti nell’asse IV (Sistemi locali di Sviluppo) in favore delle PMI, dell’imprenditoria giovanile, dell’imprenditoria femminile, del terzo settore e dell’attività di trattamento dei rifiuti.
L’Istituto nel 2002 entrò a far parte dell’holding finanziaria di CAPITALIA Group, che controllava il Banco di Sicilia. Nell’ambito del gruppo bancario Capitalia, l’Irfis avviò un processo di radicale mutamento dei suoi assetti organizzativi ed operativi, valorizzando l’ampia esperienza maturata e l’elevata specializzazione acquisita, avvalendosi dell’ampia gamma di sevizi e prodotti, anche in sinergia con le altre società del gruppo bancario Capitalia.
A seguito della fusione Capitalia-Unicredit, divenuta operativa dall’1 ottobre 2007, l’Irfis transita al GRUPPO BANCARIO UNICREDIT, che deteneva il 76% dell’azionariato del Banco di Sicilia.
Unicredit, incorporando il Banco di Sicilia, considerava l’Irfis un istituto doppione, in quanto replicava le funzioni di Mcc (Mediocredito centrale) ed era, dunque, intenzionata a disfarsi della partecipazione di Irfis in portafoglio al Banco di Sicilia.
Nel corso dell’esercizio 2003, fu completato il processo di aggiornamento del quadro normativo e di controllo volto ad assicurare la più puntuale rispondenza della struttura e delle procedure interne alle normative esterne ed al sistema delle regole definito dalla Vigilanza e della Capogruppo. Con riferimento inoltre al D.lgs dell’8/06/2001, n.231, che ha introdotto e disciplinato la responsabilità amministrativa degli enti collettivi, è stato adottato un “Modello di organizzazione e di gestione” idoneo a prevenire i reati previsti dal citato Decreto, con contestuale affidamento ad un apposito “organismo” dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, del compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza di detto modello.
Negli anni seguenti si confermò altresì il trend positivo di crescita dell’attività in tutti i comparti operativi, grazie anche ad un’intensificata azione commerciale e nonostante il contesto economico caratterizzato da una non favorevole dinamica congiunturale. L’impegno profuso nell’attività commerciale consentì di sostenere un consistente flusso di domande pervenute; l’attività di sviluppo, oltre ad indirizzarsi al finanziamento di programmi di investimento nei tradizionali settori di intervento (manifatturiero, turistico e commerciale) si rivolse verso l’acquisizione di operazioni di più rilevante importo in settori, quali quello dell’energia, dell’ambiente e delle infrastrutture, ritenuti di particolare interesse per l’Istituto. L’analisi dei flussi operativi segnò, inoltre, una crescita dell’attività di delibera, di stipula e dei volumi di credito erogato.
Saltata nel 2009 la cessione del 76% dell’Irfis da Unicredit a Banca Nuova, appartenente al Gruppo Banca Popolare di Vicenza (Bpvi), a seguito dell’intervento di Bankitalia; si apre una fase critica nella storia di Irfis, in attesa di un nuovo pretendente interessato alle sue sorti.
La nuova IRFIS FINSICILIA S.P.A.
A partire dal 2010 ha inizio un periodo delicato per la società caratterizzato da mutamenti nella compagine sociale e da un processo di riorganizzazione aziendale.
Anche l’anno 2012 ha rappresentato per IRFIS un momento di particolare complessità gestionale sotto l’aspetto del governo societario e della riorganizzazione aziendale, determinato dai cambiamenti relativi all’assetto e alla trasformazione societaria.
In esecuzione delle intese sulla riorganizzazione delle attività e della compagine azionaria dell’istituto, raggiunte con la lettera d’intenti sottoscritta il 26 ottobre 2010 tra il Banco di Sicilia, la Capogruppo UniCredit e la Regione Siciliana, fu sottoscritto a Palermo, nella sede della Presidenza della Regione Siciliana, il contratto di cessione del pacchetto di maggioranza del 76,26% di Irfis, da UniCredit in favore della Regione Siciliana, che ne deteneva già il 21%.
La cessione del pacchetto di maggioranza di Irfis avviene a conclusione del seguente iter:
– La cessione del ramo di azienda bancario dell’allora Irfis-Mediocredito della Sicilia S.p.A. in favore di UniCredit S.p.a, ancora società capogruppo; il contratto di cessione è stato stipulato in data 19/05/2011[1], con efficacia pattuita dal 01/06/2011. La perdita del ramo bancario ha comportato la distribuzione ai soci di buona parte del capitale sociale, ammontante a circa cento milioni di euro; con il ricavato di tale distribuzione la Regione ha rilevato la quota di maggioranza detenuta dal Banco di Sicilia.
- Contestualmente, la trasformazione della società da banca a società finanziaria, specializzata in attività di credito a medio e lungo termine ed erogazione di finanziamenti su fondi regionali, con conseguente iscrizione all’elenco generale e speciale degli Intermediari Finanziari, con la nuova denominazione Irfis – Finanziaria per lo Sviluppo della Sicilia S.p.A. (in breve Irfis-FinSicilia S.p.A.). IRFIS è stata, infatti, iscritta con provvedimento del 20/04/2011 della Banca d’Italia, nell’elenco generale ex art. 106 del TUB al n. 41985, e nell’elenco speciale ex art. 107 del TUB al n. 336859, a seguito del progetto complessivo di riorganizzazione della società, deliberato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 16/12/2010. Con il medesimo provvedimento del 20/04/2011, Banca d’Italia ha anche disposto la cancellazione di IRFIS S.p.A. dall’albo delle banche ex art. 13 TUB;
- Dalla metà di ottobre 2011 (con l’acquisto da parte di IRFIS stessa delle azioni detenute da soci di minoranza, pari al 3% circa), la nuova configurazione sociale vede come unici soci UniCredit (con circa il 76%) e la Regione Siciliana (con circa il 21%);
- L’entrata in vigore dei suddetti provvedimenti fu subordinata al perfezionamento delle previste modifiche statutarie riconducibili alla rimozione della clausola di appartenenza al gruppo Unicredit e all’adeguamento della nuova società a socio unico alle direttive della Regione Siciliana di cui alla Circolare n.5 del 06/05/2011 in materia di “controllo analogo” e al D.A. n. 1720 del 28/09/2011 sul riordino delle partecipazioni regionali;
- Con Decreto del 3 maggio 2011, il competente Assessorato Regionale dell’Economia della Regione Siciliana, ha autorizzato il progetto di modifica statutaria e, contestualmente, il progetto di riorganizzazione comportante la trasformazione di IRFIS S.p.A. in società finanziaria iscritta nell’elenco degli intermediari finanziari. Il suddetto progetto di riorganizzazione ha previsto l’acquisizione da parte della Regione Siciliana della quota di controllo detenuta da Unicredit S.p.A., pari al 76,26%, avvenuta in data 10/01/2012. La Regione Siciliana è divenuta, quindi, azionista unico, con il 100% di IRFIS-FinSicilia, svolgendo pertanto sulla Società la relativa attività di direzione e coordinamento;
L’IRFIS-FinSicilia S.p.A. e la presentazione dell’istanza alla Banca d’Italia per l’iscrizione al nuovo Albo Unico di cui l’art. 106 del T.U.B.
Irfis-FinSicilia S.p.A. è un intermediario finanziario (già iscritto negli elenchi di cui agli articoli 106 e 107 del Testo Unico Bancario ante riforma), iscritto a decorrere dall’8 luglio 2016 al n. 33685 dell’Albo unico di cui al nuovo art. 106 del TUB, successivo alla rifma di cui al D.L.vo 13.8.2010 n. 141, come modificato dal D.L.vo 19.9.2012 n. 169..
Esso appartiene a quel gruppo di Finanziarie Regionali che, hanno presentato entro il termine prescritto (11 ottobre 2015) l’istanza per l’iscrizione al nuovo Albo Unico di cui l’art. 106, come rinnovato dalla riforma prima richiamata.
Nel mese di gennaio 2014 e poi nuovamente nel febbraio 2015, il Socio Unico Regione Siciliana aveva apportato modifiche statutarie per mezzo delle quali la società è stata resa sempre più coerente con la normativa di Vigilanza della Banca d’Italia e, nello stesso tempo, rispondente all’intento del Legislatore Regionale di mantenere anche in futuro l’IRFIS-FinSicilia S.p.A. nell’area strategica “Credito” (si veda art. 20, l.r. n. 11/2010 e s.m.i.), come intermediario finanziario del TUB.
A seguito dell’emanazione nel mese di aprile 2015 della disposizione di attuazione delle nuove norme di cui agli art. 106 e seguenti del Testo Unico Bancario (Decreto del Ministero dell’Economia e Finanze del 2 aprile 2015, n. 53 e Circolare della Banca d’Italia n. 288 del 3 aprile 2015), grazie alle quali sono entrate a regime le norme di cui alla citata riforma intervenuta con il d.lgs. n. 141/2010, l’IRFIS-FinSicilia S.p.A. si è trovata dinanzi alla necessità di affrontare una decisione strategica per il proprio futuro e cioè quella di continuare ad esercitare le attività riservate agli intermediari finanziari sotto la vigilanza della Banca d’Italia e quindi presentare istanza di autorizzazione all’iscrizione al nuovo Albo Unico di cui al novellato art. 106 TUB; oppure rinunziare a tale ambito operativo esclusivo, per mantenere la sola natura di istituzione di diritto pubblico e conseguentemente presentare istanza di cancellazione del precedente Albo di cui al “vecchio” art. 107 TUB.
Tale determinazione naturalmente è stata assunta, per gli ambiti di rispettiva competenza, dagli Organi societari Assemblea dei Soci – rectius del socio unico Regione Siciliana – e Consiglio di Amministrazione, in coerenza sia con le norme specificamente emanate dal Legislatore Regionale (art. 1 L.R. 3/2014), sia con le richiamate ultime modifiche statutarie, nelle quali il socio unico si è espressamente manifestato nel senso della continuazione nell’esercizio delle attività riservate agli intermediari, quindi nella reiscrizione al nuovo Albo Unico di cui all’art. 106 TUB.
Il Consiglio di Amministrazione ha quindi adottato una serie di deliberazioni che, partendo dall’approvazione delle Linee Strategiche per il triennio 2016/2018, hanno formulato e poi reso via via esecutivo il piano dei lavori necessari per la predisposizione dei documenti da presentare alla Banca d’Italia, in applicazione delle disposizioni di cui alla Circolare 288 del 3 aprile 2015 dello stesso Istituto di Vigilanza, rendendo tuttavia continuativa l’ordinaria attività operativa, sì come peraltro espressamente consentito alla medesima normativa.
Successivamente, con provvedimento del 12.4.2016 l’IRFIS FinSicilia S.p.A. è stata autorizzata dalla Banca d’Italia all’esercizio dell’attività di concessione di finanziamenti ai sensi dell’art. 106 del TUB e, con decorrenza 8.7.2016, è stata quindi iscritta nell’Albo unico degli intermediari finanziari di cui al medesimo art. 106 del TUB.
Da ultimo, a seguito di modifica statutaria del 7 agosto 2020 e del provvedimento ANAC n. 759 del 30.09.2020, Irfis ha assunto altresì la natura di società in house per l’espletamento di servizi in favore della Regione Siciliana in relazione ai quali è soggetta al controllo analogo da parte dell’ Amministrazione Regionale.